Peschio delle Cornacchie, Monte Pozzotello e Cima del Diavolo da Campocatino
Oggi vi portiamo sulla catena subappenninica dei Monti Ernici, una breve catena montuosa al confine tra Lazio e Abruzzo. Sono con il mio amico Giuseppe Salsano che organizza questa escursione.
Arriviamo a Campocatino (1790 m) di prima mattina, nel parcheggio adiacente alle piste da sci non c’è nessuno. Percorriamo la piana di Campocatino lungo il sentiero 602 e raggiungiamo abbastanza in fretta la prima meta del giorno, il Peschio delle Cornacchie (1983 m), ci armiamo di ramponi e piccozza e cominciamo l’ascesa tenendoci sempre sulla sottile linea di cresta.
La neve tiene molto bene, sono le 08:00 del mattino ed è un vero piacere sentire le punte dei ramponi che grattano sotto gli scarponi. Raggiunta la cima, lo scenario è stupendo, completamenti immersi nel biancore della neve che comincia a risplendere illuminata dalla luce del mattino.
Ci rimettiamo subito in marcia e riscendiamo il Peschio delle Cornacchie (direzione sud), fino ad arrivare alla Sella Pozzotello (1940 m). Dalla sella si diramano diversi sentieri, continuiamo a camminare sempre verso sud, abbandoniamo il sentiero tracciato per proseguire su un tracciato di cresta e dopo qualche sali e scendi arriviamo sulla vetta del Monte Pozzotello (1995 m).
Questa è la massima altura che raggiungiamo in questa giornata e il paesaggio circostante è stupendo! In lontananza si erge il Monte Cotento, la vetta più alta dei Monti Simbruini. Il Monte Viglioche sembra quasi di toccarlo, la cima più elevata dei Monti Cantari. Il Monte Sirente e il bellissimo apparato del Massiccio della Majella. Dall’altro lato si possono distinguere perfettamente i Monti Lepini.
Scendiamo dal monte e proseguendo sempre a sud, fino a raggiungere il pianoro di Campovano. Dall’altra parte del pianoro c’è la casetta del rifugio dell’Enel, completamente sommerso dalla neve. Arriviamo fino al Vado del Pozzotello, e ricominciamo a salire fino ad arrivare sulla Cima del Diavolo(1948 m), decidiamo che è l’ultima vetta del giorno. Ormai il sole e la temperatura abbastanza alta, cominciano a far diventare la neve pappa.
Per la via del ritorno decidiamo di seguire il sentiero che costeggia i vari monti fino a ritornare sull’attacco del Peschio delle Cornacchie. Ci concediamo un’ultima ascesa su questo monte, notiamo che su un suo lato la neve è ancora abbastanza compatta. Riscendiamo sul sentiero tracciato, ci togliamo ramponi e piccozza e torniamo al parcheggio di Campocatino, che ormai pullula di persone.
Questo percorso è ottimo per provare ramponi e piccozza, e impratichirsi con l’uso di questi strumenti.