Cammino degli Dei (prima parte)
Decido di riempire il mio zaino, metterlo sulle spalle e partire! Ho il bisogno di lasciare le città per abbracciare me stesso lungo il cammino, il Cammino Degli Dei. Sono così stanco dei soliti paradigmi, noiosi e ripetitivi, ai quali sono soggetto tutti i giorni. Voglio distaccarmi dalla mia solita realtà per scoprire nuove consapevolezze. Sono alla ricerca della luce del crepuscolo, ho il bisogno di respirare albe e tramonti e ogni singolo istante di questo cammino. Lasciarmi alle spalle le distrazioni della mia incasinata verità. Vivere, sentendo sulla pelle la dolce carezza del vento, il duro e incessante battito del sole, il respiro degli alberi e la luce delle stelle che brillano di energia in altre galassie e sistemi. Proprio per questo ho deciso di intraprendere questo cammino in solitaria, e in tenda.
Prendo il treno dalla stazione Termini e arrivo a Bologna nel primo pomeriggio dove ad aspettarmi c’è Gabriele. Prima di intraprendere questo percorso mi fermo con lui nella dotta città a cercare nelle bottiglie le nostre meraviglie.
Decido di iniziare a camminare la mattina di Lunedi 31 Maggio. Mi sveglio tardi e parto con i simpaticissimi postumi di una sbornia, una sbornia che va a vanti da più giorni. Attraverso il Portico di San Luca, con le sue bellissime arcate, si esce dalla città per arrivare fin sopra il Colle di San Luca. I portici conducono direttamente al Santuario di San Luca, il Cammino inizia molto bene. Subito con una perla di estrema bellezza.
Uscito dal Santuario si riscende dal colle di San Luca, bisogna prendere il Sentiero dei Bregoliche collega il colle a Casalecchio di Reno. Il percorso è sempre ben segnato, bisogna seguire la segnaletica CAI con le indicazioni VD.
Durante questa prima parte di cammino si sale e si scende da un colle all’altro, quando mi volto dietro di me, si vede sempre il Colle di San Luca con il suo santuario. Lentamente diventa più lontano. Arrivo in prossimità di un piccolo agriturismo sotto il Monte Adone(654 m).
La mia destinazione di questa prima tappa. Mi fermo per una birra e incomincio l’ascesa per arrivare in cima a questa altura. Finalmente comincio a respirare il senso di questo cammino, ci volevano gli ampi spazi per farmi ricordare che l’obiettivo unico di questo percorso è camminare assaporando ogni singolo istante… Le rocce frastagliate di questo monte arricchiscono il paesaggio di fascino.
Il Monte Adone è il primo vero spazio contemplativo di questo cammino, una terrazza di arenaria che affaccia sugli Appennini. La giornata è quasi giunta al termine lungo la discesa per raggiungere il paesino di Brento. Mi fermo al Campo Sportivo del paese dove è possibile montare la tenda e riposare per il giorno seguente. Mi mettono il timbro per le credenziali, il tempo di una birra e subito a letto. Altri viandanti, come me, montano le loro tende e si preparano per la notte.
Il consiglio che posso darvi è quello di raggiungere, in un primo momento, direttamente Brento. Il Monte Adone si può saltare andando dritti lungo il percorso. Posare le cose e salire sul Monte Adone per andare a godersi il tramonto! Deve essere un’esperienza unica…
Il secondo giorno parto dal campo sportivo alle 06:30, il sole è già sorto e sembra che voglia dare il benvenuto al mese di Giugno. Il tratto che va da Brento a Monzuno è il più noioso, nulla da aggiungere. Finalmente dopo Monzuno il percorso comincia a farsi boscoso, le chiome degli alberi offrono sempre riparo ai viandanti che cercano sollievo dai raggi diretti del sole.
Il percorso si fa tutto in salita e nel cammino mi fermo qualche minuto alla Casa Del Viandante, dove dei ragazzi accolgono i camminatori. Continuo a camminare nel bosco fino ad arrivare in un bellissimo borgo sospeso tra gli Appennini. Le Croci (860 m), i paesaggi sono stupendi. Da una parte le colline e dall’altra gli Appennini. Su una panchina incontro due ragazzi che fanno il percorso con l’amaca e mi consigliano la tappa del giorno. Dopo qualche centinaio di metri incontro Thomas, un ragazzo di 22 anni, anche lui solitario lungo il cammino. Lo avevo già visto il giorno prima al Campo Sportivo di Brento. Percorriamo insieme i restanti km di questa giornata, il motivo per il quale Thomas ha deciso di intraprendere il Cammino degli Dei, penso sia il più bello della storia del Cammino, mai nessuno lo potrà eguagliare (purtroppo mi ha proibito di scriverlo).
Raggiungiamo Madonna dei Fornelli, ci fermiamo all’American Bar da Ceppo per qualche birra e il locandiere ci mette il timbro per le credenziali. Non ci fermiamo a Madonna dei Fornelli, continuiamo a camminare. Ci aspetta una bellissima salita che ci conduce all’interno di un bosco di faggi tutto da respirare. Saliamo fino a raggiungere la sommità di Monte dei Cucchi (1138 m). Continuiamo a camminare e raggiungiamo la nostra tappa del giorno, Rifugio La Casa delle Guardie. Incontriamo nuovamente i ragazzi con le amache. Nel rifugio c’è anche un altro ragazzo: Francesco.
Decidiamo di cenare insieme e spiego ai ragazzi (Thomas e Francesco) che l’indomani voglio arrivare fino a San Piero a Sieve, mettendomi a camminare nell’ora del crepuscolo e fermarmi a guardare l’alba. Molto probabilmente ci rincontreremo a San Piero a Sieve, ci scambiamo i contatti e ci salutiamo. Il rifugio di casa delle Guardie è stupendo, completamente immerso in un bosco di faggi.
Finalmente, con immenso stupore. Entro nel vivo del cammino, proiettandomi in un vortice di sensazioni e energie mistiche. Ancora tutte da scoprire.