Mont Tau Blanc dal Colle del Nivolet
Il Mont Tau Blanc (3438 m) anche se non fa parte del Massiccio del Gran Paradiso ma delle Alpi della Grande Sassière e del Rutor, rientra nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Parcheggiamo la macchina al Rifugio Savoia (2534 m), dietro al rifugio un sentiero in salita segna l’inizio del percorso. Siamo immersi nel bellissimo scenario del Colle del Nivolet (2612 m), un ambiente saturo di laghi alpini e specchi d’acqua.
Costeggiamo il Lago Rosset (2703 m) e il vicino Lago di Leità (2701 m). Continuiamo la nostra ascesa e dopo una prima salita abbastanza ripida, volgiamo lo sguardo dietro di noi per mirare tutto il fascino dei Laghi dei Tre Becchi (2736 m). Si possono contemplare maggiormente sulla strada del ritorno.
Imbocchiamo un piccolo canale, ancora innevato, che sbuca su un vallone. Un tratto in salita si presenta sabbioso con un colore marrone chiaro, uno scenario che non pensavamo di trovare in un luogo alpino. Arriviamo in breve tempo sul Colle Leynir (3084 m), un valico che divide il Mont Tau Blanc da Punta Leynir (3238 m).
Seguiamo il tracciato sulla destra del colle, dove iniziano gli sfasciumi di roccia. Facciamo attenzione a non perdere di vista gli omini di pietra. Una piccola parete di roccia con degli ottimi appigli ci riporta a percorrere un sentiero con un’evidente traccia che sale fino a raggiungere la cima del Tau Blanc.
Il Mont Tau Blanc con la sua bellissima cresta è un vero e proprio balcone di roccia con una veduta unica sul Massiccio del Gran Paradiso, sotto di noi il Ghiacciaio di Aouillie.
Dall’Alto di questa montagna finisce il mio viaggio tra le Alpi del Gran Paradiso. Immensi scenari, senza confini, tra roccia e ghiaccio s’innalzano, imponenti, fin sopra le nuvole. Corre imperiosa, la melodia dei venti lungo le cime. Le viaggia, in tutte le loro direzioni e strade senza alcuna esitazione. Forse è il vento, l’elemento più riconducibile al viaggio, o meglio è il viaggio, lo stato d’animo più simile al vento. Questo mio viaggio che non finisce mai, rimane e rimarrà, infinito tra gli echi dei venti…
Percorriamo la stessa strada del ritorno, soffermandoci su quegli specchi d’acqua che riproducono i paesaggi circostanti.