Cresta Ovest Corno Grande
Era da tanto che, volevamo vedere l’imbrunire, dal tetto degli Appennini. Essere le ultime persone trafitte dai raggi del sole, prima della sera, di tutto il Centro Sud Italia. O almeno, ci piace pensarla in questo modo.
Arriviamo a Campo Imperatore (2100 m) e parcheggiamo la macchina in prossimità dell’osservatorio astronomico. Percorriamo il sentiero estivo e in breve tempo ci portiamo sulla Sella del Monte Aquila (2335 m).
Lo scorcio di montagne da questa sella è sempre qualcosa di emozionante. Il Corno Grande (2912 m), appare con tutta la sua eleganza. Continuiamo sulla Via Normale fino a raggiungere la Sella del Brecciaio (2506).
I paesaggi, man mano che si sale, divengono più ampi. Ci ritroviamo ad un bivio e decidiamo di percorrere la Cresta Ovest della Vetta Occidentale del Corno Grande. Una bellissima via con passi di I grado che percorre tutta la Cresta Ovest. Ci sono vari scavalcamenti da una parte all’altra della cresta. Il percorso diventa aereo, le vedute sul Corno Piccolo (2655 m) sono tutte da assaporare.
La Cresta Ovest si ricongiunge con la Via Normale in prossimità della vetta. Dopo qualche roccia, raggiungiamo la croce della Vetta Occidentale del Corno Grande.
Sulla cima del Monte, attendiamo su di una rupe, l’ora del tramonto. Dolcemente, i colori mutano al calar del Sole. Una smisurata sensazione di pace, pervade il corpo mio. Queste rocce si colorano di rosa, al colpir della luce calda. Le Acque, del Lago di Campotosto, riflettono gli orizzonti e il Ghiacciaio del Calderone sembra rilassarsi, senza l’incessante battito del giorno. Il Gran Sasso, tetto degli Appennini, vibra di energia nell’Italia meridionale. Come un cuore pulsante balla, la sua eterna danza, al ritmo di tarantelle tra Mar Adriatico e Mar Tirreno.
Le luci cominciano a spegnersi, e con gli occhi pieni di fuoco cominciamo la nostra discesa per la Via Normale. Uno sguardo al Ghiacciaio (Glacionevato) del Calderone, più che uno sguardo una preghiera.
Raggiunta la Sella del Brecciaio è ormai notte, accendiamo le frontali e notiamo il riflesso degli occhi, il Tapetum Lucidum, dei Camosci. Le stelle si accendono e ogni tanto ci fermiamo a contemplarle nel buio più totale, immersi nelle montagne del Massiccio del Gran Sasso.