Cammino degli Dei (seconda parte)
La sveglia è programmata per le 04:00 ma puntualmente mi sveglio circa 15 minuti prima. È ancora buio, il cielo stellato sopra la mia tenda che si intravede tra gli alberi mi mette subito di buon umore. Comincio a levare la tenda cercando di fare il minor rumore possibile, i miei compagni ancora dormono nelle tende a fianco. Il tempo di riempire la borraccia ad una fontana nel Rifugio Casa delle Guardie e parto con i primi chiarori del crepuscolo.
Alla veduta del crepuscolo il “Brivido del Viaggio” mi pervade la il corpo e corre lungo la schiena. È da giorni che ho una canzone di Franco Battiato nella mente, I Nomadi: “Camminatore che vai cercando la pace al crepuscolo”. Finalmente ho capito cosa voleva dire…
La luce del crepuscolo ha un chiarore unico, una fenditura tra la notte e il giorno. Una volta precede la sera e l’altra introduce il mattino. Quanto fascino risiede nella luce del crepuscolo e in essa finalmente trovo la mia pace.
Continuo a camminare prima dell’alba e attraverso i paletti che segnano il confine tra Emilia Romagna e Toscana. Sopra uno dei paletti un’altra viandante aveva lasciato una lettera stupenda per tutti i camminatori che avessero avuto il tempo di dedicargli un po’ del loro tempo. All’interno c’è scritto: “Lascia che il tuo sorriso cambi il mondo, ma non lasciare mai che il mondo cambi il tuo sorriso”. Leggendo queste parole un bellissimo sorriso solca il mio viso.
Ci siamo, il cielo comincia a riempirsi di sfumature, mi adagio su un colle erboso, ricco di fresca rugiada mattutina. Lo sguardo volge ad est e i pensieri si assottigliano. Qual è il mistero dell’alba? C’è un preciso momento, un millesimo di secondo prima che il primo raggio solare riesca a trafiggermi è come se il tempo si fermasse e con esso tutto il mio mondo.
I boschi che incontro in questa giornata a me appaiono stupendi, inoltre il basolato della Flaminia Militare rende tutto più particolare. Nelle prime ore del mattino il bosco è ancora legato alla presenza dei suoi abitanti. Infatti, incontro Caprioli e Cinghiali. Quando ormai il sole penetra nella chiome degli alti faggi, sono vicino un centro abitato. Ho raggiunto Passo della Futa.
Sono circa le 09:00 del mattino e ad una rotonda sbaglio strada, fortunatamente incontro due bellissime ragazze genovesi, Elisa e Martina che mi riportano sulla corretta via… La loro compagnia è piacevole e decido di accingermi a loro per parte del cammino. Ci dividiamo per un breve tratto perché non hanno intenzione di passare per il Monte Gazzaro (1118 m). Dall’alto di questo monte si possono mirare emozionanti paesaggi. Continuando nel cammino c’è un’insegna con scritto “belvedere”, faccio una piccola deviazione e si apre uno scenario molto affascinante con tutto il percorso in mezzo al bosco che dovrò fare per arrivare fino alla prossima meta.
Riscendo il monto e arrivo fino al Passo dell’Osteria Bruciata. Mi rincontro con le ragazze e bivacchiamo insieme per circa 10 minuti. Elisa ci racconta l’interessante leggenda legata a questa osteria. Continuiamo a camminare, sempre in discesa da questo tratto in poi, fino ad arrivare fino ad un bivio e decidiamo di percorrere la variante del cammino per arrivare al grazioso borgo di Sant’Agata. Ci sediamo ad un bar per riposare un pochino e prendere qualche birra.
Riprendiamo a camminare per raggiungere la tappa del giorno, San Piero a Sieve. Questi ultimi km non sono molto entusiasmanti, forse è dovuto dalla stanchezza e anche perché si cammina su asfalto. Decido di allungare il passo, sono rimasto d’accordo con le ragazze che ci saremo visti la sera per cenare insieme oppure l’indomani. Inesorabilmente arrivato al paese mi perdo e allungo il mio cammino di altri 3-4 km. Comunque alla fine raggiungo i ragazzi Thomas e Francesco che erano arrivati al punto d’incontro prima di me.
Mentre mi accingo a montare la tenda per la notte mi spiegano l’itinerario che hanno in mente per l’indomani e decido di unirmi a loro.
L’aver percorso così tanti km in un giorno, l’essermi svegliato presto e aver iniziato con il chiarore del crepuscolo il percorso, la mirabile visione dell’alba e tutto il bosco attraversato mi fanno finalmente capire l’essenza di questo cammino. Adesso mi sento un camminatore sul Cammino degli Dei.