Lampedusa Porta d’Europa
Un frammento di terra, di Africa, emerge dai mari nel cuore del Mediterraneo a creare un’infinita e travolgente trama di azzurro che scintilla sulle acque.
L’isola di Lampedusa appartiene all’Arcipelago delle Isole Pelagie e dista 113 km dalle coste africane e 205 km da quelle siciliane.
Arriviamo con l’aereo da Palermo nel primo pomeriggio e subito veniamo accolti calorosamente da questa isola siciliana.
Alloggiamo in centro, in una traversa di Via Roma, e per spostarci sull’isola decidiamo di noleggiare le e-bike.
Il tempo di prendere le bici elettriche e andiamo a tuffarci. La prima cala che visitiamo è Cala Creta per un primo assaggio di questo mare tanto sognato.
Le luci cominciano ad affievolirsi e ci andiamo a godere il tramonto da Punta Alaimo.
Abbagliante questo primo tramonto lampedusano. Dall’alto delle scogliere il guardo volge lontano sugli orizzonti ove l’azzurro si abbraccia all’arancione e una travolgente quiete ci accompagna lontano.
Con la pace del tramonto ci fermiamo da O Scià Club per una cosa da bere con vista mare. Per cena andiamo in uno dei ristoranti di pesce nel Porto Vecchio.
Ci svegliamo prestissimo per dirigerci al Faro di Capo Grecale, pedaliamo per andare a vedere l’alba da questo faro.
Un sole che sale dal mare, sembra lontanissima la sua immagine. Placida l’acqua appare al tocco della luce, una calma di infinita bellezza. Buongiorno Lampedusa…
Per le 08:30 ci dirigiamo al Porto Vecchio, abbiamo noleggiato la barca per passare una giornata da marinai in completa solitudine. Il Periplo dell’isola di Lampedusa.
Usciamo dal porto e ci dirigiamo immediatamente in uno dei luoghi che più volevamo vedere, La Tabaccara, raggiungibile soltanto via mare.
Un tono di azzurro così splendente che quasi acceca, di fascino, il fortunato visitatore. Un’acqua così bella mai pensava che potesse appartenere al mare, par che scintilli di turchese energia riempiendo, di splendore, paesaggi e scenari.
Dalla Tabaccara leviamo l’ancora e continuiamo il nostro giro, prossima fermata Cala Pulcino. Anche qui continua il filo conduttore di azzurro che accomuna questo mare.
Da Cala Pulcino facciamo una sosta alla Baia dell’Acqua Dolce e continuiamo fino alla punta estrema dell’isola, il Fanale di Capo Ponente.
Alte appaiono le scogliere di Lampedusa nella parte Nord dell’isola. Attraversiamo lo Scoglio del Sacramento e continuiamo fino a fermarci alla Cala Muro Vecchio.
Le acque sembrano più verdi in questa cala e i fondali sono più rocciosi rispetto al versante sud appena navigato.
Arriviamo al Faro di Capo Grecale da dove abbiamo visto l’Alba e continuiamo a navigare fino a Punta Sottile, il punto più a sud d’Italia.
L’ultima Cala dove buttiamo l’ancora è Cala Spugne. Ormai è pomeriggio e rientriamo nel vicino porto per le 17:30…
Il Periplo in Barca dell’isola ci ha permesso di vedere tutte le cale di Lampedusa e fermarci in quelle che ci piacevano di più.
La sera la trascorriamo nel centro di Lampedusa tra negozi e aperitivi. Il tramonto lo vediamo dalla terrazza alla fine di Via Roma che da sul porto.
Si alza un po’ di vento di scirocco, l’alba quest’ oggi la andiamo a vedere da Cala Uccello…
Oggi giornata via terra e con le bici pedaliamo sulla strada di ponente fino a raggiungere la Contrada Cimitero Vecchio. Da qui a piedi è possibile raggiungere il punto panoramico che da sulla Tabaccara.
Ci comincia a seguire un Pastore tedesco, fortunatamente è tranquillo e resta con noi tutta la mattinata.
Raggiungiamo il parcheggio di Cala Pulcino e cominciamo a scendere verso la cala. Il percorso a piedi dura circa 30 minuti ed è davvero bello. Lungo il cammino abbiamo l’onore di incontrare un bellissimo esemplare di Colubro Lacertino.
Ci rilassiamo a lungo sulla spiaggia di Cala Pulcino immergendoci nelle sue cristalline acque.
Il tramonto lo andiamo a vedere nella Punta di Albero Sole e facciamo aperitivo da Sprizzando. Peccato il tempo che si annuvola e non ci permette di guardare la calata del sole.
L’ultimo giorno passato su quest’isola lo dedichiamo alla scoperta dell’ Isola dei conigli e alla sua spiaggia. Prenotiamo prima l’accesso alla spiaggia perché contingentato.
Scendendo dal percorso che porta a mare e si scopre tutta la bellezza di una delle spiagge più belle del mondo.
Il pensiero volge a mio padre e ai suoi racconti che, con fanciullo interesse, ascoltavo. Mi raccontava di questo luogo ove il mare appare come sogno, dove le tartarughe trovano riparo e vi depongono le uova Un angolo di vita che tanto fantasticavo di toccare, un pezzo di storia che ho mirato con la memoria degli occhi di mio padre…
Davvero un luogo da sogno la Spiaggia dei Conigli, vi rimaniamo tutta la giornata.
L’ora del tramonto decidiamo di trascorrerla in un luogo molto importante dedicato alla memoria di tutti i migranti, La Porta d’Europa.
È strano pensare che Lampedusa abbia una concezione di prospettiva così agli antipodi. Per noi occidentali rappresenta il raggiungimento di una vacanza, per tutti i migranti il raggiungimento di una cosa chiamata libertà. La speranza di vita troppo spesso persa in fondo al mare, la necessità di viaggiare per scoprire una condizione migliore. Semplici naviganti che solcano le onde per scoprire, trovare, un granello di felicità. Lampedusa è anche questo, accoglienza.
Per terminare in bellezza la nostra permanenza sull’isola andiamo a mangiare il cous cous di cernia in un ristorante sul porto…
Neanche è finito questo piccolo, grande, viaggio ma già sento la nostalgia di questo lembo di terra che odora e ha il sapore di mediterraneo.
Leggi Anche: https://www.viaggiareconilcuore.it/isole-tremiti/
Per maggiori informazioni vi rimando direttamente a questo sito: https://www.lampedusapelagie.it