Monte Corvo dalla Valle del Chiarino
Il maestoso e solitario Monte Corvo (2623 m), la quarta cima più alta del Massiccio del Gran Sasso. Un luogo selvaggio e silenzioso, lontano dalle altre grandi cime della catena montuosa del Gran Sasso. Per questo motivo meno frequentato ma ricco di paesaggi di infinita bellezza.
Dal Lago della Provvidenza ci addentriamo nel bosco con un fuoristrada e risaliamo la sterrata che ci conduce in un’area attrezzata dove lasciamo la macchina, in prossimità della Masseria Cappelli. Costeggiamo un tratto di bosco, tenendoci sulla sinistra arriviamo ai piedi dell’imponente versante nord-ovest di Monte Corvo. Il percorso non è segnato e cominciamo la direttissima per salire la montagna. Una lunga ascesa costituita da costoni erbosi e paretine di roccia. Man mano che saliamo il profilo della montagna, possiamo ammirare la bellezza della Valle del Chiarino sotto di noi, sulla sinistra invece il Lago di Campotostocon i Monti della Laga. Un meraviglioso e bellissimo quadro.
Questo versante è molto ripido e faticoso (pendenze anche del 45%) e non mancano alcuni tratti esposti di roccia di primo grado (I). Bisogna sempre seguire il filo della cresta del monte che sale incessantemente senza vederne la cima, fino ad arrivare alla vetta occidentale del Monte Corvo o anticima (2533 m). Adesso la sommità imperiosa del Monte Corvo è visibile davanti a noi, si scende leggermente di quota per intercettare la cresta sommitale. Sulla nostra destra avvistiamo i bellissimi Camosci dell’Appennino. Un paesaggio, quasi lunare, ci accompagna in quest’ultimo tratto di salita. Dopo 3,5 ore e circa 1400 m di dislivello, finalmente raggiungiamo la cima.
Lo scenario che i nostri occhi possono mirare è uno dei più belli di tutto l’appennino, il paesaggio spazia dal Lago di Campotosto ai Monti della Laga, i Monti Gemelli,tutte le principali vette del Massiccio del Gran Sasso: Pizzo D’Intermesoli, Corno Piccolo, Corno Grandee Pizzo Cefalone.
La profonda bellezza racchiusa negli orizzonti interminabili di questo monte, infonde un senso di smisurata energia. Il vento che echeggia sulle rocce rompe i silenzi della cima solitaria e selvaggia, come per il volo degli uccelli, anche, da quassù cambiano le prospettive del mondo.
Decidiamo di scendere dalla via normale, continuando a percorrere la cresta del monte in direzione sud-est. Scendiamo tra stupende rocce e pietrai fino ad arrivare in prossimità di un ghiaione, decidiamo di abbandonare il sentiero segnato e scendiamo velocemente a valle puntando i tacchi sul ghiaione. Entriamo nella Valle del Chiarino e intercettiamo nuovamente il sentiero, ci lasciamo dietro la lunghissima cresta del Monte Corvo.
Questo tratto di cammino è molto piacevole e semplice e siamo totalmente immersi all’interno dell’anfiteatro della Valle del Chiarino, intorno a noi le pareti delle montagne circostanti: Cima delle Malecoste, Pizzo Camardae Monte Jenca. Questa valle ha dei colori stupendi, mandrie di bovini e greggi di pecore sono una costante sempre presente durante la nostra discesa. Bisogna prestare molta attenzione ai cani pastori, soprattutto in prossimità dello Stazzo della Solagnee del Fontanile della Solagne. Continuiamo a camminare fino ad arrivare al Rifugio Domenico Fioretti e infine alla Masseria Cappelli completando l’anello del Monte Corvo.
Sicuramente uno degli itinerari più impegnativi di tutto l’appennino, bisogna avere una buona preparazione atletica e delle gambe allenate. Soprattutto se si vuole affrontare la direttissima! Comunque la fatica è correlata positivamente con la bellezza del posto e degli scenari circostanti. Uno dei trekking più belli di tutto l’Appennino!