Alla scoperta della Val D’Orcia
La Val D’Orcia, sconfinate colline argillose si susseguono tra piantagioni di vitigni, olivi e curati cipressi. Tutto sotto il vigile sguardo del Monte Amiata (1738 m). Suggestivi borghi medievali, di pietra scolpiti, sorgono tra queste campagne addolcendo i già morbidi paesaggi. Contrasti, colori e bellissime luci affascinano lo sguardo. L’amore, che si prova passeggiando tra queste ricche terre, è qualcosa che mi riempie di tranquilla felicità.
Come base, per soggiornare in questo breve ma intenso viaggio nella Val D’Orcia, abbiamo scelto San Quirico D’Orcia, un piccolo borgo fiabesco attraversato dalla Via Francigena. Meta di pellegrini sin dall’antichità. Ci siamo veramente trovati bene tra le mura di questo antico villaggio.
I dintorni di San Quirico sono unici, tra i più belli in assoluto. Basti pensare alla famosa Cappella della Madonna di Vitaleta, una delle immagini più famose della Val D’Orcia. I Cipressi Di San Quirico, disposti in modo circolare. Rimaniamo incantati dalla frazione di Bagno Vignoni, uno dei luoghi più magici di tutta la Val D’Orcia grazie alla sua Piazza delle Sorgenti, una vasca di raccolta delle acque termali posta proprio al centro del paesino.
Un’altra perla della Val D’Orcia è Pienza, il suo centro storico patrimonio dell’UNESCO è un gioiello del rinascimento italiano. Le vedute sulle campagne toscane sono la cosa più bella di questo borgo. Per godere al meglio di questi paesaggi, scendiamo da Pienza fino alla Pieve di Corsignano. Da questo luogo di culto si dirama la Strada di Terrapille, percorribile soltanto a piedi, che attraversa i classici paesaggi della Val D’Orcia. In questo scenario sono stati riprodotti i Campi Elisi nel film il Gladiatore. Distese, fin dove l’occhio può arrivare, di paradisiaca bellezza. In lontananza un cipresso, lontano dagli altri, lungo la strada appare all’orizzonte.
Quel cipresso solitario, nell’ora dell’imbrunire colora il paesaggio come un pennello. Non in coppia di filar. Circondato soltanto da campi, ancora verdi, di grano. Il vento ne muove le fronde, mi avvicino per fargli compagnia poco prima della sera.
Non potevamo non salire sul vulcano che domina la valle, il Monte Amiata. Boschi di vetusti faggi, spogli nelle loro vesti invernali. La neve copre il sottobosco come un velato mantello. La croce, posta sulla sommità del monte, è in contrasto con il paesaggio circostante. Ma la veduta che si ha su questa balconata ci mostra i lontani Appennini e un altro gruppo di montagne di origine vulcanica, i Monti Cimini.
Alle pendici del monte, fonti di acqua calda sgorgano dalla terra e creano delle vere e proprie sculture naturali. Parliamo dei Bagni San Filippo, nel comune di Casteglione d’Orcia. Nel corso del tempo l’acqua sulfurea ha modellato il territorio creando piscine e un vero e proprio monumento calcareo, la Balena Bianca.
Un luogo di culto che ci è piaciuto particolarmente è l’Abbazia di Sant’Antimo, a Castelnuovo dell’Abate, una frazione di Montalcino. Un complesso monastico benedettino, immerso nel silenzio e nella contemplazione. Assistiamo alla messa in latino e terminata la liturgia abbiamo la fortuna di assistere ai canti gregoriani.
Proprio da Montalcino, nasce uno dei prodotti che ci hanno accompagnato per tutto il tempo. Il Brunello di Montalcino un vino rosso che, assaporato mirando tutte le bellezze di questo territorio, rende questi areali ancora più affascinanti… una nota in più alla bellezza.